"Occorre adeguare l'agricoltura italiana alla nuova riforma comunitaria, dare più forza e competitività alle imprese ed aziende, che ne hanno poca. E per far questo è necessario rafforzare il sistema di produzione di qualità, renderla più visibile, rappresentarla meglio, creare un rapporto di maggiore fiducia con i consumatori". Lo ha detto a Caserta il presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Massimo Pacetti, a margine del convegno svoltosi nella sala del consiglio provinciale sul tema: "Uscire dall'emergenza ed avviare un nuovo progetto per l'agricoltura per un diverso sviluppo della Campania". "La nostra opinione è che bisogna anche dotarsi di un sistema di servizi ed infrastrutture capaci di sorreggere le imprese agricole in questa grossa sfida europea e oltre l'Europa - ha aggiunto Pacetti - in una competizione internazionale che nel settore dell'alimentazione presenta concorrenti importanti". L'obiettivo, a parere del presidente nazionale della Cia può essere centrato con il sostegno delle istituzioni, che, ha spiegato "devono creare, costruire le occasioni per questo nuovo progetto di competitività delle imprese . Le forze politiche - ha aggiunto - devono contribuire al rafforzamento delle imprese adottando misure legislative nazionali e non solo comunitarie". Pacetti ha fatto, in particolare, riferimento ad interventi su credito e fisco, sull'innovazione, tecnologia, ma ha anche auspicato la realizzazione di un progetto che vada oltre la visione angusta dell'Italia e che si confronti con i grandi temi non solo dello sviluppo ma della competizione internazionale. Si tratta di esigenze che la Cia, ha spiegato Massimo Pacetti rappresenterà nel corso dell'iniziativa nazionale " 21 Marzo : è primavera. Una nuova stagione per l'agricoltura", che si affiancherà ad altre ipotesi di lavoro sulle quali "sono chiamate a discutere forze politiche, forze sociali, ma anche le Regioni, che hanno un ruolo importante nell'agricoltura. Perché - ha aggiunto - è il Paese deve affrontare il problema dell'assetto del settore agroalimentare e per un salto di qualità necessario, ha sottolineato dopo le vicende Cirio e Parmalat, anche se queste ultime non sono derivanti in via principale dal sistema in crisi, dai complessi negoziati Wto,dalle continue emergenze sanitarie e dalle ricorrenti calamità naturali".