MONDRAGONE (Caserta) - L’indagine sull’Ecoquattro si arricchisce di nuove accuse nei confronti di Sergio Orsi (condannato oggi dal gup di Napoli anche a tre anni di reclusione nell’ambito dello stesso processo) e Raffaele Bidognetti, entrambi già detenuti. Le fiamme gialle di Mondragone hanno sequestrato infatti beni e valori riconducibili al clan dei Casalesi per oltre tre milioni di euro e quote sociali e bani aziendali di tre aziende del settore edilizio operanti nel casertano. I militari, in sostanza, hanno eseguito il provvedimento del gip di Napoli emesso su richiesta della Dda partenopea. Due le ordinanze di custodia cautelare, notificate in carcere, nei confronti dei detenuti Orsi e Bidognetti, che dovranno rispondere, il primo, di truffa aggravata ai danni dello Stato, il secondo, di ricettazione continuativa di proventi delittuosi e di estorsione. Orsi, imprenditore casalese, era stato arrestato gennaio per la stipulazione di un patto con il clan dei Casalesi: aveva firmato un contratto di noleggio per un numero modesto di veicoli (mezzi concessi a disposizione dal socio occulto Gaetano Vassallo) tra le società «Eco4» e «Flora Ambiente, entrambe nella titolarità di fatto dei Germani Orsi, negozio attraverso cui, secondo quanto accertato dalla magistratura, venivano indebitamente distratti fondi erariali corrispondenti al prezzo fissato unilateralmente per il noleggio. L'oneroso contratto annuale era di oltre 630 mila euro: Bidognetti, secondo quanto appurato dalla Gdf, svolgeva il ruolo di capo pro-tempore del gruppo Bidognetti. A lui erano stabilmente destinati 10mila euro mensili, provenienti dalla "Eco4". Il denaro, secondo le indagini, era parte del profitto tratto dai Casalesi, proprio grazie agli accordi tra imprenditoria mafiosa e clan. La polizia giudiziaria ha sequestrato stamani, in via preventiva, la somma di oltre tre milioni di euro, ovvero il credito vantato dalla Flora Ambiente nei confronti della Eco4 per il noleggio dei mezzi per la raccolta dei rifiuti nei comuni di Castel Volturno, Vitulazio, Grazzanise e Bellona. Sequestrate anche quote e beni di tre aziende edili risultate tutte riconducibili ai fratelli Michele (ucciso nel 2008) e Sergio Orsi e gestite attraverso fiduciari e prestanome. (23 marzo 2009)