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CAMORRA, CASERTA: DOPO SEQUESTRO ARRIVA CONFISCA PER D'ALESSANDRO


CASERTA - La sezione Misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto la confisca di beni immobili per un valore stimato in oltre 610mila di euro, riconducibili al pregiudicato Cipriano D'Alessandro, 46 anni. I beni oggetto della confisca furono sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli a gennaio 2008. Con il provvedimento di confisca, i giudici hanno anche irrogato a D'Alessandro la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per quattro anni nonche' al pagamento delle spese processuali e al versamento di 8mila euro a titolo di cauzione. Confiscati un fabbricato a San Cipriano D'Aversa e una vettura Mercedes C220 cdi, per un valore complessivo di circa 610mila euro, tutti e due intestati alla moglie del pregiudicato. Cipriano D'Alessandro e' un elemento di spicco del clan dei Casalesi, condannato all'ergastolo con isolamento diurno per due anni e dieci mesi nell'ambito del processo Spartacus in quanto riconosciuto colpevole, in concorso, di diversi omicidi, tra i quali quello di Paride Salzillo, nipote del boss Antonio Bardellino, e di Michele Pardea, nel corso della cosiddetta 'strage di Casapesenna' del 17 dicembre 1998 in cui trovo' la morte per 'fuoco amico' anche Antonio Salzillo. Nell'ottobre 2006 l'uomo e' stato raggiunto da una ulteriore ordinanza cautelare per tentato omicidio aggravato. Per i magistrati, nonostante lo stato di detenzione, esiste una "pericolosita' sociale" di D'Alessandro che "impone la necessita' di un piu' stringente controllo, che appare possibile ottenere solo mediante la sottoposizione dell'obbligo di soggiorno nel comune di residenza". Dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia sentiti nel corso del dibattimento, e' emerso che D'Alessandro ha iniziato la sua carriera delinquenziale sin dalla giovane eta' con l'inserimento nel gruppo De Falco ed il successivo transito, per scelta strategica e per vincolo di affinita', in quello degli Schiavone. Il pregiudicato, inoltre, e' stato definito dalla Corte sia come uomo d'azione che come elemento di collegamento tra i diversi gruppi associativi ed e' stato anche coinvolto in vicende di distribuzione di redditi provenienti da attivita' estorsive. Sempre all'esito del processo Spartacus a carico di D'Alessandro e' stata disposta la confisca dei beni gia' sequestrati in suo danno e coincidenti parzialmente con quelli oggetto del procedimento di prevenzione. Peraltro D'Alessandro e' stato raggiunto nell'ottobre 2006 da ulteriore ordinanza cautelare per tentato omicidio aggravato. Tali comportamenti hanno indotto la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di S. Maria Capua Vetere a ritenere attuale, nonostante lo stato di detenzione, la pericolosita' sociale del D'Alessandro che "impone la necessita' di un piu' stringente controllo, che appare possibile ottenere solo mediante la sottoposizione dell'obbligo di soggiorno nel comune di residenza". Per quanto riguarda i beni confiscati il Collegio, dopo aver attentamente valutato le argomentazioni difensive, ha ritenuto che il fabbricato di San Cipriano d'Aversa e l'autovettura Mercedes fossero nella disponibilita' del proposto soprattutto in considerazione della mancanza di redditi dichiarati dalla moglie del pregiudicato a fronte dei cospicui investimenti operati nel corso degli anni e, pertanto, gli stessi rappresentassero il reinvestimento di denaro proveniente dall'attivita' illecita posta in essere nell'ambito del clan di appartenenza. (10 marzo 2009)

 
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