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CASERTA, ESTORSIONE A MOGLIE PENTITO: ALTRI TRE FERMI GRUPPO SETOLA


CASERTA - Una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Giuseppe Setola, capo dell'ala stragista dei casalesi, e altri due elementi di spicco della fazione del clan, e' stata notificata nelle carceri di Milano, Teramo e Palmi (Rc) dai Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe. Setola, Gianluca Bidognetti, detto ''nana', 21 anni, figlio di ''cicciotte e mezzanotte'' e Vincenzo Letizia, 23 anni, detto ''o' schizzato'', sono accusati di associazione per delinquere di tipo camorristico ed estorsione. Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della DDA partenopea, sono in particolare accusati di avere, per vendetta, costretto la moglie del collaboratore di giustizia, Emilio Di Caterino, altro esponente dell'organizzazione, a consegnare loro l'autovettura che aveva in uso, per venderla e recuperare risorse a favore del clan. Di Caterino, braccio destro di Giuseppe Setola, si rifugio' a Terni subito dopo la strage degli immigrati ghanesi a Castelvolturno, sul litorale casertano. I Carabinieri riuscirono a scovare il suo rifugio a casa di un suo cugino muratore a Rivo di Terni. L'uomo, detto anche ''capa grossa'', fu bloccato dai militari in Abruzzo mentre si apprestava ad entrare in un supermercato per fare la spesa, insieme con la moglie e i tre figli. Pochi giorni dopo l'arresto il boss comincio' a collaborare con gli investigatori entrando cosi' nel mirino del clan e, soprattutto, del capo dell'ala stragista Giuseppe Setola. (9 marzo 2009)

 
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