CASERTA – Si indaga soprattutto negli ambienti camorristici all’indomani del duplice delitto che ha visto vittime, a Villa Literno, il nipote del boss Antonio Bardellino ed un lontano parente del boss Cutolo. I carabinieri di Casal di Principe e del Reparto investigativo del comando provinciale di Caserta, infatti, hanno effettuato per tutta la notte una serie di perquisizioni e interrogato alcuni esponenti del clan dei Casalesi, nell'ambito delle indagini sul duplice omicidio di ieri in località S.Maria a Cubito, sul tratto della provinciale Cancello Arnone-Villa Literno. Raggiunti da numerosi colpi di pistola calibro 9x21, sparati da due o tre persone, sono stati uccisi Antonio Salzillo, 50 anni, nipote dello scomparso Antonio Bardellino, uno dei capi storici della camorra aversana e Clemente Prisco, di 45 anni, originario di Ottaviano, nel napoletano, ma residente da anni a Cancello Arnone, lontano parente del boss in carcere Raffaele Cutolo. I carabinieri non escludono che l'agguato possa essere stato attuato nei confronti di Salzillo, dalla fazione del clan dei casalesi, ritenuta ancora capeggiata da Francesco Schiavone, detto Sandokan, per una vendetta nei confronti della famiglia di Antonio Bardellino, altro capo storico del clan dei Casalesi , al centro della guerra, tutta interna all'organizzazione, alla fine degli anni '80. La guerra di camorra alla fine degli anni '80 vide cadere, tra gli altri, lo stesso Bardellino ed il nipote prediletto, Paride Salzillo, fratello di una delle due vittime di ieri. Si valuta, poi, l'ipotesi che Salzillo sia stato ucciso per avere tentato di riorganizzare un proprio clan nella zona di Cancello Arnone, dopo una lunga permanenza prima in Svizzera e, poi, in Lombardia. Le due vittime viaggiavano a bordo di una BMW, presa a noleggio di Salzillo, da qualche mese libero dalla sorveglianza speciale alla quale era sottoposto, a Gallarate, in provincia di Varese.
Quando le due vittime designate dai vertici dell'organizzazione camorristica, si sono accorti della presenza dei sicari era ormai troppo tardi. Hanno tentato di fuggire ma sono stati raggiunti dopo un inseguimento. Antonio Salzillo, ha cercato inutilmente di salvarsi saltando giù dall'auto, mentre Prisco, colpito in pieno viso ha perso il controllo della vettura che è finita nel canalone di scolo delle acque piovane. (7 marzo 009)
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