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MONDRAGONE (CASERTA): DUPLICE OMICIDIO DEL 90, UN'ASSOLUZIONE E DUE CONDANNE


MONDRAGONE (Caserta) - La IV sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, ha accolto la tesi degli avvocati Angelo Raucci e Giovanni Zannini, riducendo la pena originariamente applicata agli imputati Angelo Gagliardi (detenuto in regime di 41 bis presso il carcere di Viterbo) e Giuseppe Fragnoli (detenuto in regime di 41 bis OP presso il carcere di L’Aquila) nella misura finale di anni 20 di reclusione. Assolto, invece, Massimo Gitto (detenuto presso il carcere di Poggioreale), difeso dagli Avv.ti Angelo Raucci, Giovanni Zannini e Luigi Iannettone, ritenuto (quest’ultimo), dal propalante Augusto La Torre, uno degli esecutori materiali del duplice omicidio. I fatti risalgono al 1990, quando, il clan La Torre, per dare “soddisfazione” a Mario Sperlongano (che aveva avuto una forte discussione con uno dei due giovani assassinati) decideva di uccidere entrambi i ragazzi, adducendo, coma casuale apparente dell’omicidio, il fatto che costoro stessero spacciando droga a Mondragone senza autorizzazione da parte del clan. All’agguato mortale parteciparono oltre al Augusto La Torre, anche Giuseppe Fragnoli, Angelo Gagliardi, Mario Sperlongano, Girolamo Rozzera. Nessun ruolo ebbero, invece, Gisueppe Valente e Stefano Piccirillo (oggi collaboratori di giustizia), che della vicenda sono stati messi a conoscenza dopo e per bocca di Augusto La Torre. I corpi delle vittime sono stati gettati all’interno di un pozzo ubicato in una masseria tra Mondragone e Falciano del Massico. Nell’ambito della sentenza di primo grado, si esprime un giudizio di inutilizzabilità assoluta di la Torre Augusto, ritenuto non utilizzabile per essersi reso responsabile di numerosi delitti durante il periodo di sottoposizione al programma di protezione, delitti accomunati dal fatto di utilizzare le accuse processuali per vendetta personale ovvero per storcere danaro. (4 febbraio 2009)

 
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