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(foto) STRAGE CASTELVOLTURNO, CONDOTTA TERRORISTICA: 3 INDAGATI

Lo sfogo di moglie e parenti al momento dell'arresto di Cesarano e, sotto, l'arrestato che si copre il visto con il provvedimento di fermo


CASTELVOLTURNO - Secondo gli inquirenti della Dda il movente all'origine della strage dei sei neri avvenuta giovedi scorso a Castelvolturno - e per la quale stamani è stato arrestato Alfonso Cesarano, accusato di strage con condotta terroristica insieme a due coindagati accusati di concorso nello stesso reato attualmente latitanti - sarebbe legato comunque alla droga e ad eventuali sgarri maturati nel settore, tuttavia l'azione è stata programmata per essere "esemplare", con modalità volutamente indiscriminate. Duplice l'obiettivo: dare una "lezione" agli immigrati coinvolti nel mercato della droga ma anche un segnale a tutto il territorio. Un modo per rimarcare il controllo e il comando da parte di nuovi nomi dopo il vuoto di potere determinato da arresti e condanne tra i casalesi.
Secondo gli inquirenti della Dda il movente all'origine della strage è legato comunque alla droga e ad eventuali sgarri maturati nel settore, tuttavia l'azione è stata programmata per essere "esemplare", con modalità volutamente indiscriminate. Duplice l'obiettivo: dare una "lezione" agli immigrati coinvolti nel mercato della droga ma anche un segnale a tutto il territorio. Un modo per rimarcare il controllo e il comando da parte di nuovi nomi dopo il vuoto di potere determinato da arresti e condanne tra i casalesi.
Dopo il fermo di Alfonso Cesarano gli inquirenti sono sulle tracce di altri due componenti del gruppo di fuoco autore della strage nel Casertano. Il provvedimento di fermo eseguito nei confronti del pregiudicato comprende infatti anche altri due uomini, che al momento risultano latitanti.
Le altre due persone destinatarie dei fermi della Dda sono ritenute facenti parte del gruppo di fuoco, che sarebbe stato composto da almeno 7-8 persone. C'é grande riserbo sugli elementi raccolti nei confronti di questi indagati, ma è probabile che tra le prove ci siano delle impronte digitali. Trapela anche la possibilità dell'esistenza di riprese video, mentre non viene confermata l'ipotesi di testimoni oculari.
Alfonso Cesarano, il pregiudicato di 29 anni fermato oggi per la strage nel Casertano, era già stato arrestato il 17 aprile scorso, con l'accusa di associazione camorristica, nell'ambito dell'operazione "domitia". Cesarano era tra i destinatari delle 64 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Dda di Napoli nei confronti di affiliati ai clan Bidognetti e Tavoletta, due delle cosche legate ai casalesi. L'uomo era ritenuto affiliato al primo dei due clan. Questa ordinanza fu poi annullata dal tribunale del riesame, che però - il 30 aprile - aveva ripristinato nei confronti di Cesarano una misura cautelare di arresti domiciliari per traffico di stupefacenti, misura tuttora in corso. (22 settembre 2008-14:54) Cesarano, nativo di Napoli ma reisdente da tempo a Castelvolturno, è stato arrestato a pochi metri dalla sala giochi di Castelvolturno dove giovedì sera è stato ucciso Antonio Celiento, ed è accusato di aver fatto parte del gruppo di fuoco che prima ha ammazzato l'italiano e poi, dopo venti minuti, ha compiuto la strage dei sei immigrati. Alfonso Cesarano, pregiudicato di 29 anni, è stato catturato dalla polizia nella villetta dei genitori, proprio di fronte alla sala giochi di Celiento.
Il pregiudicato fermato stamane per la strage nel Casertano, era agli arresti domiciliari, un provvedimento cautelare in attesa del processo per violazioni alle normative sugli stupefacenti. Lo hanno confermato fonti investigative a Caserta. L'uomo era ai domiciliari in via Vasari 36 a Baia Verde, località di Castelvolturno, nella villetta dei genitori dove la polizia lo ha fermato stamane.
Le altre due persone destinatarie dei fermi della Dda sono ritenute facenti parte del gruppo di fuoco, che sarebbe stato composto da almeno 7-8 persone. C'é grande riserbo sugli elementi raccolti nei confronti di questi indagati, ma è probabile che tra le prove ci siano delle impronte digitali. Trapela anche la possibilità dell'esistenza di riprese video, mentre non viene confermata l'ipotesi di testimoni oculari.

 
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