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STRAGE CASTELVOLTURNO: DIRETTORE CENTRALE ANTICRIMINE A CASERTA


Il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, ha inviato a Caserta il capo della Direzione anticrimine centrale, Francesco Gratteri, e un pool di investigatori esperti di criminalità organizzata, in conseguenza dei due agguati avvenuti ieri in cui sono morte complessivamente sette persone. Manganelli ha tenuto costantemente informato il ministro dell'Interno Roberto Maroni su quanto accaduto e sui primi sviluppi delle indagini avviati dalla Polizia sul territorio. La decisione di inviare il direttore della Dac e un pool di esperti consentirà di dare maggior impulso alle indaginI

Le indagini

Potrebbero esserci il controllo del traffico della droga, gestito da immigrati al soldo del clan dei Casalesi o il racket della prostituzione tra i moventi del massacro di ieri sera nella zona di Castelvolturno, ai confini tra le province di Caserta e Napoli, nel quale sono stati uccisi cinque immigrati mentre altri due sono ricoverati in gravi condizioni all'ospedale di Pozzuoli. Le indagini degli uomini del commissariato di Castelvolturno e della Squadra Mobile di Caserta, coordinati dalla Dda, mirano anche a stabilire eventuali legami con un altro omicidio avvenuto sempre ieri sera a pochi chilometri di distanza, a Baia Verde, sempre nel comune di Castelvolturno, dove è stato ammazzato il titolare di una sala giochi ritenuto vicino ad uno degli esponenti di spicco del clan dei Casalesi. Le indagini stanno cercando di ricostruire se nell'agguato contro gli extracomunitari abbiano utilizzato kalashnikov e pistole calibro 9x21 altri immigrati africani o elementi appartenenti a uno dei gruppi di fuoco del clan dei Casalesi responsabili di diversi altri omicidi nella zona.

I morti

E' morto nell'ospedale di Pozzuoli (Napoli) dove era stato ricoverato in gravissime condizioni il sesto immigrato di origine africana coinvolto nel massacro di ieri sera a Castelvolturno (Caserta) davanti a un negozio di prodotti etnici. Si tratta di un cittadino liberiano, del quale non è stata ancora resa nota l'identità. Tre degli immigrati morti ieri sera erano ghanesi, uno liberiano e uno del Togo.

Parla la gente

Joy in lacrime urla: "E' stato uno sbaglio, hanno ucciso degli innocenti" e Michael aggiunge: "Dicono che qui si spacciava droga per conto della camorra? Non è niente vero". A Castelvolturno (Caserta) oggi in tanti ancora non si spiegano cosa ci sia dietro l'agguato di ieri sera: né gli immigrati, né la gente del posto, persone che ci abitano e che ci lavorano. Rita Manganelli è la titolare di una lavanderia che è a fianco al luogo dell'agguato e vive in una casa che si trova proprio di fronte. "Nonostante tutti i problemi che ci sono, qui si lavora e si vive in maniera tranquilla - dice Rita - conoscevo Alaji, lavorava nella piccola fattoria, mi sembrava un bravo ragazzo". C'é poi la signora Rita, eritrea. In una palazzina a fianco al negozio-fattoria dove ieri è avvenuto l'agguato, ci vive da trent'anni. "Ieri sera ho sentito dei colpi, pensavo fossero fuochi d'artificio - racconta - ed invece era una tragedia. Qui non era mai successo nulla di simile". E a definire la zona tranquilla sono anche i signori Angelo ed Ernesto, parrucchieri che lavorano nella zona da oltre 40 anni. Non dicono i loro cognomi e quando si nominano i Casalesi e la camorra alzano le braccia: "Non abbiamo mai avuto problemi". (19 settembre 2008-10:00)

 
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