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SAVIANATE & GOMORRATE: IL LEGALE DI ORSI PRECISA LA POSIZIONE DELL'IMPRENDITORE

Ieri il Tg1 ha intervistato nuovamente lo scrittore Roberto Saviano a proposito dell'omicidio Orsi. Dalla sua bocca, secondo il Tg, esce oro colato ma per qualcun'altro si tratta della classica scoperta dell'acqua calda... L'autore di Gomorra, poi, ha paragonato Orsi al 'Lima (siciliano) della camorra'. Nulla di più falso secondo il legale che annuncia querele. Intanto, appare sempre più incomprensibile, come sia stato così difficile disporre una scorta per un dichiarante come Orsi oggetto di un agguato mortale già due mesi fa, mentre è bastata una semplice batutta di un pizzaiolo o tre righe lette in un'aula di giustizia per dotare lo scrittore della scorta in poche ore...Misteri della giustizia....


CASERTA - Quindicimila euro al mese, per quattro anni, al clan mondragonese dei 'La Torre'; e si indaga sul fatto che altrettanto sia stato preteso, mensilmente, dai 'Casalesi'. L'avvocato di Michele Orsi, l'imprenditore ucciso ieri in un agguato di camorra a Casal Di Principe, cita le cifre, per dimostrare fino a che punto Sergio e Michele Orsi fossero 'vessati' dalla camorra. "Michele Orsi non era un pentito - ribadisce Carlo De Stavola - lo ripeto. Era, con suo fratello, una vittima: la loro società ha versato 15 mila euro al mese, per 4 anni, al clan mondragonese". Cifra che potrebbe rappresentare soltanto la metà del 'pizzo' effettivamente pagato, dal momento che a pretendere le tangenti erano anche i Casalesi; ma su questo si indaga. Orsi era, come è stato detto, il 'Lima della camorra'? "Assolutamente no. Chi lo ha sostenuto se ne assume la responsabilità", risponde il legale. "Orsi aveva paura - aggiunge - veniva ogni giorno nel mio studio, perché era l'unico posto in cui si sentiva sicuro". E la truffa aggravata di cui era accusato? "Lui era accusato di avere, attraverso fatture e altre operazioni, favorito i clan. E' questa l'impostazione del processo. Orsi era stato ascoltato come teste l'8 maggio, nel filone del processo che riguardava i detenuti. Ora aspettava soltanto l'udienza preliminare del 17 giugno: era slittata, per difetti di notifica, avrebbe dovuto essere il 20 maggio".

"Era un dichiarante e non un pentito". Lo affermano i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli riferendosi all'imprenditore dei rifiuti, Michele Orsi, 47 anni, ucciso ieri in modo plateale nella piazza di Casal di Principe (Caserta). L'uomo aveva iniziato a fare dichiarazioni al pm Alessandro Milita, "utili per le indagini", ma non aveva ancora fatto il passo decisivo, quello di passare da una strategia difensiva fatta anche di dichiarazioni accusatorie, a quella di "vuotare completamente il sacco" su tutto quello di cui era a conoscenza, in particolare sugli intrecci fra politica e camorra. Proprio per questo motivo la Dda di Napoli aveva chiesto alla Prefettura per il proprio testimone una protezione, ma la situazione giudiziaria in cui si trovava non gli consentiva di accedere al programma di protezione previsto per chi collabora con la giustizia. Il 17 giugno Michele Orsi avrebbe dovuto testimoniare davanti al gup Enrico Campoli nell'udienza preliminare che vede fra gli imputati anche l'ex presidente della Commissione di vigilanza Rai, Mario Landolfi, accusato di corruzione aggravata dall'avere agevolato l'organizzazione mafiosa. (2 giugno 2008)

 
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