"Questo tipo di scontro non è di questa legislatura ma risale anche alle precedenti". Così il presidente della Commissione antimafia Roberto Centaro durante l'incontro con i giornalisti a Caserta, durante il quale ha fatto anche riferimento alle polemiche sorte con la componente di centrosinistra dell'organismo parlamentare e che ha spinto alcuni rappresentanti ad assentarsi alle audizioni di oggi previste dalla tre giorni casertana della Commissione. In una conferenza stampa ieri sera, i rappresentanti del centrosinistra avevano denunciato "uno stato di crisi e di sofferenza della stessa istituzione parlamentare" e deciso di abbandonare i lavori e di rappresentare lo stato di sofferenza ai presidenti dei due rami del Parlamento. "Rifuggo da questa logica di scontro all'interno della Commissione antimafia - ha spiegato Centaro - e ho sempre invitato i colleghi a moderarsi, nei toni e nel confronto politico perché certamente tutti i colleghi concorrono allo stesso tipo di fine, combattere la criminalità organizzata". Secondo il presidente dell'Antimafia "il confronto, anche acceso, deriva anche dalla passione che mettono i colleghi in questa attività, passione che, a mio parere, dovrebbe essere però, maggiormente temperata". Il presidente dell'Antimafia ha confutato le due principali accuse mosse dai rappresentanti del centrosinistra. "Non credo che vi siano stati atteggiamenti intimidatori da parte di rappresentanti del centrodestra - ha detto - perché li avrei repressi immediatamente come è mia abitudine. Se si richiedono a rappresentanti delle forze dell'ordine notizie o ragioni che spieghino apparenti o sostanziali carenze nelle loro attività non vedo che ci sia nulla di particolare". "Non si è inteso mettere nessuno sul banco degli imputati - ha ancora precisato Centaro - né preventivamente né successivamente, soprattutto se si considera che la funzione della Commissione è proprio quella di effettuare un'indagine o un accertamento che deve coinvolgere per forza magistratura e forze dell'ordine, l'attività di Pubblici Amministratori e di tutti coloro che vengono uditi dalla Commissione stessa". Sulla questione delle domande poste dal parlamentare Carlo Taormina ai magistrati, relative a soggetti che risulterebbero suoi clienti, Centaro, dopo avere assicurato un approfondimento della situazione, ha spiegato che "la reazione di alcuni colleghi di centrosinistra si è scatenata nel momento in cui l'onorevole Taormina aveva chiesto i motivi della pronuncia della Corte d'Appello di Napoli che aveva annullato il provvedimento di confisca di alcuni beni". "Sono domande - ha aggiunto Centaro - che chiunque della Commissione avrebbe potuto fare anche se si trattasse di beni riconducibili ad un suo assistito. La vicenda Taormina è stata già da me posta all'attenzione dei presidenti di Senato e Camera". "Da questi ultimi - ha concluso Centaro - è stato affermato che l'onorevole Taormina deve espletare il suo mandato parlamentare nella sua assoluta compiutezza e libertà, con i limiti del rispetto connesso allo svolgimento delle proprie funzioni di componente della Commissione e con tutte le conseguenze di natura disciplinare e penale".