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CAMORRA, PENTITO SCHIAVONE: PM VOLEVANO CHE ACCUSASSI BERLUSCONI


CASERTA - "Questi piecori del Servizio centrale di protezione, cominciando da Cirillo, hanno sempre lottato che volevano che accusassi Berlusconi. Ed io dicevo: ma io non lo conosco"". E' un breve stralcio delle quattro intercettazioni di Carmine Schiavone, importante collaboratore di giustizia campano che "Panorama" anticipa oggi e pubblica sul numero in edicola da domani. "Le piu' importanti - anticipa il settimanale riferendosi alle intercettazioni- sono del 18 maggio 2001, cinque giorni dopo la vittoria alle elezioni politiche del centrodestra. Nelle telefonate Schiavone (ancora oggi sottoposto al programma di protezione) dichiara pił volte di aver subito pressioni per attaccare Berlusconi e accusa soprattutto il prefetto Francesco Cirillo, ex direttore del Servizio centrale di protezione, oggi direttore centrale dell'ufficio Affari generali del Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell'Interno". "Interpellato da 'Panorama' - prosegue il settimanale - Cirillo ha ammesso di aver gestito per molti anni Schiavone (per conto della direzione distrettuale antimafia di Napoli) e ha spiegato che i magistrati napoletani hanno gia' verificato quelle accuse, che per altro Cirillo non conosce nello specifico. Quindi ha aggiunto: 'In 25 anni di polizia giudiziaria non ho mai consigliato a nessuno dichiarazioni di alcun genere'". "Nelle intercettazioni - aggiunge il settimanale- Schiavone cita anche alcuni dei magistrati che avrebbero dovuto verificare le affermazioni del pentito. In una delle telefonate riportate da 'Panorama' Schiavone, parlando con Giuseppe Pagano, un altro collaboratore, dice: 'Io gia' ci sto contro da parecchi anni (al Servizio centrale operativo, ndr). Da quando ci stava quel piecoro di Cirillo che andava cercando che io accusassi Berlusconi (...) Ma chi c.... lo conosce!'" "Ma perche' queste intercettazioni escono adesso, a sette anni di distanza? Il motivo -spiega 'Panorama'- e' che solo ora le trascrizioni sono state recuperate dall'avvocato casertano Michele Santonastaso, difensore di boss del calibro di Francesco Bidognetti e Antonio Iovine, che le ha depositate presso la corte d'assise d'appello di napoli insieme a un'istanza di rimessione del processo Spartacus (quello contro i casalesi) per legittimo sospetto". (13 marzo 2008-16:55)

 
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