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CASO CLEMENTE: PER L'EDITORE 12 PSICO-PERIZIE IN 43 GIORNI DI DETENZIONE


Sono state 12 le consulenze psichiatriche eseguite sull'editore definito occulto del Corriere di Caserta, Maurizio Clemente, in carcere dal 11 dicembre scorso con l'accusa di estorsione tentata e consumata.
Un monitoraggio costante e necessario che lo stesso gip, nel rigettare la seconda richiesta di scarcerazione, ha "raccomandato" alla direzione del penitenziario fornendo il proprio nulla osta per un eventuale trasferimento del detenuto in altra struttura carceraria. Clemente, in isolamento sin dall'inizio della detenzione (per sua scelta in quanto temerebbe ritorsioni da parte di detenuti per i quali si è interessato il Corriere di Caserta) può vivere la vita carceraria - secondo il perito del gip, prof. Manacorda - ma deve essere costantemente sotto osservazione. Non può essere al momento scarcerato, secondo l'ultimo rigetto, in quanto pericoloso per l'inqunamento delle prove. Dunque, pericolo per lui stesso all'interno del carcere (ma la direzione carceraria starebbe valutando la possibilità di collocarlo con la compagnia giusta) e pericolo se gli venisse concessa la detenzione domiciliare. Per quest'ultimo motivo, il giudice teme un difficile controllo del Clemente il quale, anche in una regione diversa, potrebbe facilmente comunicare con l'esterno una volta dotatosi di cellulare e schede nuove. Un rischio, d'altronde, che si corre con tutti i detenuti agli arresti domiciliari che dovrebbero essere controllati giorno e notte per verificare gli obblighi imposti dal giudice. Per Clemente, gli arresti domiciliari, secondo il giudice diventerebbero più difficili da controllare atteso che ha "commesso l'attività delittuosa utlizzando spesso il telefono".
Una campagna pubblicitaria della Telecom di qualche anno fa interpretata da Massimo Lopez consigliava che "una telefonata allunga la vita". A Clemente, a quanto pare, allunga la detenzione.

 
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