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SOCIETA' IN ATTIVO E SOTTO SEQUESTRO DICHIARATA FALLITA DA TRIBUNALE


A distanza di otto anni dal sequestro preventivo disposto nell’ambito dell’inchiesta «Spartacus 1», fallisce una delle aziende gruppo della famiglia Passarelli di Villa Literno, la «Dante Passarelli e Figli Srl». Le quote della società, congelate nel 1995 ai fratelli Passarelli (data del blitz della Dda che coinvolse il padre Dante, il quale non figura nella società fallita), erano sotto controllo di un custode giudiziario nominato dalla prima Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere competente sul processo «Spartacus 1»: al primo custode, il dottor Aristide Cassella era succeduto l’avvocato Francesco Russo che nel 1999, revocando dall’amministrazione i fratelli Passarelli, nominò amministratore il commercialista napoletano Ulderico Catania che ha diretto l’azienda fino al giorno del fallimento. Il sequestro delle quote dell’azienda era stato confermato in primo grado ed annullato in Appello e in Cassazione. Nel frattempo erano state nuovamente sequestrate su impulso del pm ai sensi di un preciso articolo del codice di procedura penale, pure impugnato dalla difesa che attende la decisione della prima sezione del tribunale sammaritano. La dichiarazione di fallimento della società che si occupava di produzione, confezionamento e trasporto di pasti per la collettività, è stata depositata nella cancelleria del tribunale di Santa Maria Capua Vetere lo scorso 19 gennaio mentre l’udienza di verifica dello stato passivo si terrà il prossimo aprile. Nonostante un credito di cinque miliardi di vecchie lire vantato dalla società nei confronti dall’Asl Ce 2, il giudice delegato Aldo Ceniccola è stato costretto a dichiararne il fallimento a seguito dell’istanza di alcuni creditori (circa tre miliardi di vecchie lire complessivi) tra cui la Kraft Foods Italia e la Plasmon Dietetici Alimentari. Nell’estate dello scorso anno, su impulso dell’amministratore Catania, i bilanci della «Dante Passarelli e Figli S.r.l.» avevano subito anche la revisione da parte della «Grant Thornton Spa», società di cui si parla in questi giorni per il coinvolgimento dei vertici nel ciclone giudiziario della Parmalat. Il fallimento della società liternese, che appare come un paradosso giudiziario, porta invevitabilmente a guardare lo scenario economico che va a delinearsi: dalla paralisi della forza lavoro (200 famiglie compreso l’indotto) a quella degli appaltatori esterni. Tra questi una società che si occupa della distribuzione dei pasti negli ospedali alla quale è stato affittato un ramo della «Dante Passarelli e Figli» dall’amministrazione giudiziario. A mezzo dei loro legali, i fratelli Passarelli si dicono danneggiati dal fallimento in quanto sotto la loro gestione l’azienda è sempre stata in attivo. Proprio in queste ore starebbero valutando di ricorrere alla Corte dell’Aja assistiti da un pool di legali del foro di Milano.

A poche ora di distanza dalla notizia, la Corte di Assise competente sul sequestro della società, ha edotto la sezione fallimentare della presenza del sequestro evidenziando la necessità del prosieguo dell'attività dell'azienda sotto la gestione del custode giudiziario. Un vero rompicapo giudiziario che appassionerà certamente gli addetti ai lavori.

 
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