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CAMORRA: QUINTA ASSOLUZIONE PER IL SUPERLATITANTE IOVINE

L'unica condanna (non definitiva) è quella relativa al processo Spartacus, per il resto, il supelatitante (dal 1996) è sempre stato assolto. Diversi gli ordini di cattura, invece


NAPOLI - E’ latitante da 12 anni ma l’unica condanna, non definitiva, è quella che si è guadagnato a conclusione del maxi-processo alla camorra Casalese denominato «Spartacus» peraltro ancora in fase di celebrazione davanti ai giudici di secondo grado. Per il resto, per Antonio Iovine detto «O’ Ninno», difeso dagli avvocati Alfonso Martucci e Michele Santonastaso, sono fioccate solo assoluzioni: la quinta è arrivata ieri ed è stata decisa dai giudici della quarta sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli (presidente Pietro Lignola, giudice a latere Elena Giordano). Il processo, riguardante un duplice omicidio, in primo grado si era concluso con la condanna all’ergastolo della primula rossa (comminato dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Maria Rosaria Cosentino) ma, ieri, è stato parzialmente ribaltato dopo che in aula sono stati sentiti di nuovo i pentiti Dario De Simone e Giuseppe Quadrano. Per questi ultimi è stata confermata per entrambi la condanna a 16 anni di reclusione e deciso l’annullamento del rito del patteggiamento. Il duplice omicidio si riferiva a quello di Ubaldo e Antonio Scamperti uccisi a San Tammaro nel maggio del 1985 «per affermare la supremazia del clan di Bardellino su quello dei Nuvoletta» recita l’accusa. A cambiare le carte in tavola è stata una nuova perizia diposta dalla Corte che ha valutato nuovamente le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Già in primo grado i consulenti balistici dell’accusa e quello della difesa avevano sostenuto tesi diverse: i tecnici dell’accusa avevano avvalorato quanto riferito dai pentiti mentre il prof. Ugolini (difesa) aveva sostenuto che il duplice omicidio fu eseguito con uno o tre fucili, ma mai due. Il perito della Corte d’Appelo ha sostenuto – contrariamente ai pentiti - che il delitto fu eseguito con tre fucili.Nello stesso processo di primo grado, i giudici d’Assise avevano vagliato anche un altro duplice delitto, quello commesso dieci anni dopo nei confronti di altri due cugini Scamperti, Maurizio e Ubaldo. Il dibattimento si era concluso con otto ergastoli, tra cui quello di Antonio Iovine e sei condanne dai 7 ai 13 anni. Per questo diverso duplice delitto, è in corso un processo a parte in quanto il giudice a latere si era dichiarato incompatibile. Il primo duplice omicidio, quello di Ubaldo e Antonio Scamperti, fu eseguito nel maggio del 1985 a San Tammaro; quello del cugino omonimo Ubaldo Scamperti fu eseguito dieci anni dopo, nell’agosto del 1995 a Bellona mentre quello di Maurizio Scamperti, pure ucciso come gli altri a fucilate, sempre nell’agosto del 1995 a Villa Literno. (Biagio Salvarti - da Il Mattino del 5 febbraio 2008)

 
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