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PARCHEGGIO SOTTERRANEO DELLA REGGIA IN MANO A CLAN BELFORTE /2

Era il parcheggio sotterraneo della Reggia ad essere in mano al gruppo Belforte: in queste ore la Dda ha avviato ulteriori indagini e accertamenti. Un ordine di esibizione di atti e documenti relativi all'assegnazione dei parcheggi e' stato notificato proprio questa mattina al sindaco di Caserta e al segretario generale del Comun


Avrebbero imposto la gestione dei parcheggi nella città di Caserta con metodi estorsivi e finalità camorristiche. Con queste accuse sono stati fermati quattro esponenti ritenuti vicini al clan camorristico Belforte – riferibile alla famiglia di Domenico e Salvatore Belforte, detti «Mazzacane» - di Marcianise e sequestrate quattro società cooperative adibite al servizio di parcheggio nel Comune di Caserta. E’ il bilancio di un'operazione della Squadra Mobile della Questura di Caserta coordinata dalla Dda di Napoli. I reati contestati sono quelli di estorsione aggravata dal metodo e dalle finalità camorristiche. Dei quattro fermati uno è già in carcere per altri reati. Le quattro società sequestrate avevano ricevuto l'autorizzazione comunale nell'ambito del consorzio denominato «parcheggi casertani». L'indagine è partita dalle denunce di alcuni titolari di cooperative di parcheggiatori autorizzate dal Comune per la gestione di parcheggi e di strisce blu. Gli imprenditori avevano denunciato soprusi e minacce subite dagli indagati, a loro volta titolari e amministratori di altre cooperative di parcheggiatori. Il provvedimento di fermo per estorsione aggravata è stato emesso nei confronti di Fulvio Della Ventura, di 25 anni; Antonio Spina Cappa, di 23 anni; Francesco Buonocore, di 32 anni, e Prisco Buonocore, di 42, tutti di Caserta. E' coinvolto nell'inchiesta anche un quinto uomo, Clementi Daniele Rivetti, non sottoposto a fermo in quanto già detenuto per un'altra estorsione. Secondo le accuse gli indagati imponevano alle ditte concorrenti di abbandonare gli spazi loro assegnati per ampliare il fatturato e il giro di affari. Le indagini hanno messo in luce come tutte le cooperative fossero correlate ad Antonio Della Ventura, detto «O' Coniglio», più volte condannato per reati legati alla criminalità organizzata e che alcuni collaboratori di giustizia indicano come capozona proprio dei Belforte per il Comune di Caserta. Le cooperative vicine a Della Ventura si erano impossessate della gestione anche del parcheggio bisettimanale della fiera-mercato di Caserta e del parcheggio adiacente la Reggia. Secondo le accuse, così come ha riferito ieri in conferenza stampa a Napoli il magistrato Antonello Ardituro, gli indagati avrebbero «minacciato il personale della cooperativa concorrente fino ad assicurarsi la gestione dell'intero parcheggio» costituito da due piani per una superficie di tremila metri quadrati e per una disponibilità, a pieno regime, di 900 posti auto. Le ipotesi dei magistrati sono state ulteriormente avallate dal collaboratore di giustizia Michele Froncillo che ha evidenziato come «alcune cooperative fossero state predisposte proprio per ottenere tali autorizzazioni direttamente dai capi del clan e in particolare da Salvatore Belforte e Antonio Della Ventura». La gestione dei 900 posti auto nel sottopasso della Reggia di Caserta, ad esempio, era »incredibilmente» (si legge ancora nella nota della Procura) affidata per il 50 per cento alla «Servizi Integrati Terra di Lavoro - coop onlu»', gestita da Francesco e Prisco Buonocore, cognati di Antonio Della Ventura, «piu' volte condannato per reati legati alla criminalita' organizzata e che i collaboratori di giustizia indicano come capozona dei Belforte per il Comune di Caserta».

 
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