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CASERTA, FESTIVAL EREMO-VISIBILE-INVISIBILE: PREMIO A TONY SERVILLO


CASOLA (CASERTA) – (Comunicato Stampa) - Sarà Toni Servillo, miglior attore teatrale italiano degli ultimi due anni, il vincitore del Premio Eremo 2007, il più prestigioso premio artistico di Terra di Lavoro, assegnato ogni anno ad un casertano che si è saputo imporre nel mondo del teatro, dello spettacolo o della cultura, durante il Festival Eremo Visibile@Invisibile di Casola. Dopo il chitarrista Fausto Mesolella, premiato lo scorso anno, infatti, i tre promotori del Festival: don Valentino Picazio, Pierluigi Tortora, Luigi Ferraiuolo, hanno scelto di assegnarlo quest’anno al poliedrico attore. Servillo, che la prossima settimana è atteso alla Mostra del Cinema di Venezia dove sarà presentato il suo ultimo film: “La Ragazza del lago”, riceverà il premio domani sera, giovedì 23 agosto, al termine del suo spettacolo (inizio ore 21) nel magnifico scenario sotto le stelle dell’Eremo (in questi mesi in ristrutturazione grazie ad un aiuto economico del vescovo di Caserta Raffaele Nogaro), dove presenterà “Ass… olo per un attore”: un recital pensato esclusivamente per l’Eremo. “Il premio a Toni Servillo - spiegano Pierluigi Tortora, Luigi Ferraiuolo e don Valentino Picazio – è un atto d’affetto che il Festival e FondazionEremo fanno ad un grande artista. Il migliore in Italia a cavallo tra ventesimo e ventunesimo secolo. Un casertano che partendo dal nulla ha saputo costruire una scuola d’attori, di teatro, unica nel suo genere” Regista e attore, Servillo è nato 48 anni fa ad Afragola, ma vive a Caserta da sempre. E’ stato scoperto relativamente tardi dal cinema, dato che aveva un percorso mostruosamente mastodontico alle spalle nel teatro partenopeo e italiano. La sua figura, che appare sinuosa e arrendevole da una scala mobile, condensa l'instancabile innamoramento del cinema e del teatro per la sua recitazione: minimale, ma dotata di un'attrazione fatale, che eleva al quadrato ogni minimo movimento del volto, ogni gesto. Non si può non amarlo quando scopriamo che quel suo personaggio, quel Titta de Le conseguenze dell'amore, ha molto in comune con noi, ma è complice di intrighi ben più grandi. Cresciuto in un collegio, sceglie la scuola statale per ultimare il Liceo Classico. È la metà degli anni Settanta. Vive i periodi degli scioperi, dei cortei, delle occupazioni scolastiche dalla forte politicizzazione di estrema sinistra che stava investendo gli studenti. Sale per la prima volta su un palco alla vigilia della maturità classica, portando, con coloro che costruiranno il Teatro Studio di Caserta, il testo di Bertold Brecht "Le visioni di Simone Machard". Con il Teatro Studio s’impegnerà dai 17 ai 25 anni, attraverso spettacoli elaborati collettivamente, emergendo solo in un secondo tempo come regista. Alla fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta, continua la sua attività teatrale, avvicinandosi, nel 1986 al gruppo Falso Movimento e quindi al regista Mario Martone, che lo imporrà nel 1992 con il film Morte di un matematico napoletano con Anna Bonaiuto, Carlo Cecchi, Renato Carpentieri, Licia Maglietta e Vincenzo Salemme. Cui seguirà Rasoi (1993) con Iaia Forte e Teatro di guerra (1998). Da lì passerà al Teatro dei Mutamenti di Antonio Neiwiller e ai Teatri Uniti, anche se nel frattempo continuerà il suo percorso cinematografico recitando per Antonio Capuano in un episodio de I Vesuviani (1997) e in Luna Rossa (2001). Molto amato da Paolo Sorrentino, vestirà per lui prima i panni scomodi di un cantante posto tra Franco Califano e Fred Buongusto ne L'uomo in più (2001), e poi quelli dell'insonne e drogato Titta De Girolamo ne Le conseguenze dell'amore (2004), sicuramente il suo ruolo più bello. Un uomo misterioso, facoltoso, che si ritrova per ben 8 anni a vivere in un albergo della Svizzera e a nascondere un segreto che emergerà grazie all'amore di una cameriera. L'Italia del cinema gli offre i suoi premi più prestigiosi: il David di Donatello e il Nastro d'Argento come miglior attore protagonista. Torna poi in teatro, dove mette in scena soprattutto testi di Eduardo De Filippo. Ma il cinema lo aspetta quest’anno con Lascia perdere Johnny di Fabrizio Bentivoglio; La Ragazza del lago; e il prossimo anno con il Divo, in cui interpreterà Giulio Andreotti nella storia d’Italia più intrigante e misteriosa che ci possa essere, quella vera, quella vissuta dall’uomo più potente della nostra Repubblica. Come sempre, in prima serata, all’Eremo, dalle venti, ci sarà la sacra rappresentazione “L’Uomo in viaggio” di Michele Casella, ispirata a San Vitaliano, costruttore dell’Eremo. Il successo di affluenza al festival dell’Eremo, intanto, ha stuzzicato anche la fantasia dei cuochi. E’ nato infatti il menù “Festival” all’agriturismo omonimo, che si trova accanto all’antica chiesa. “E’ composto – spiega proprio il titolare dell’agriturismo, Agostino Giaquinto - di antipasto, due primi, un secondo con due contorni, frutta, caffè, liquori, acqua e vino ispirati alle antiche pietanze tradizionali e rustiche del quartiere e alle tradizioni del teatro. Ovviamente a prezzi modici”. Festival Eremo Visibile@Invisibile è stato ideato e progettato da Pierluigi Tortora, Luigi Ferraiuolo e don Valentino Picazio. L’ingresso è libero. (22 agosto 2007-09:52)

 
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