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INCIDENTE, INTERVENTO PARROCI: UNO SU IMMIGRATI L'ALTRO SU DOMIZIANA


Castelvolturuno (Caserta) - Non poteva mancare l'intervento del padre comboniano di Castelvolturno dopo la tragedia che ha visto un liberiano autore di uno spettacoare incidente che ha provocato la morte di una bimba di tre mesi. L'unico che ha avuto la meglio è stato il solo immigrato. "L'integrazione in Italia è una balla!" il tono è acceso e la rabbia è tanta. Per Padre Giorgio Poletti, dei missionari Comboniani di Castel Volturno, il parroco degli immigrati, come lui stesso si definisce, non ci sono mezzi termini: "esistono mondi sommersi in tutte le città e non si può certo parlare di integrazione solo perché qualche bambino immigrato va in una scuola statale". A Castel Volturno "ci vivo, ci dormo, ci piango" dice Padre Giorgio, che da 12 anni opera in questo territorio, come parroco e come presidente dell'associazione "Black and white", che si dedica ai diritti degli immigrati. Si definisce come il parroco di tutti loro, di tutti quegli immigrati che a Castel Volturno non superano, su circa 21.500 abitanti censiti nel 2001, i settemila, secondo una sua stima, una cifra che, sostiene, la stampa tende a gonfiare troppo spesso. "Sono anche il parrocco delle puttane" aggiunge, poi, Padre Giorgio sottolineando che "loro sono molto meglio della gente che ho visto in questi giorni in un villaggio turistico in cui ero andato per raccogliere dei fondi". Castel Volturno è una realtà complessa, un incontro di più periferie, difficile da capire e interpretare senza correre il rischio di cadere in luoghi comuni, definita in certe occasioni anche come un inferno, magari caricando i toni ed accentuando le tinte di un fenomeno, quello dell'immigrazione, solo per cercare lo scoop. Di questo Padre Giorgio è stanco e arrabbiato. "Siamo al centro delle chiacchiere, la gente qui è stanca dei giornalisti, sono stanchi gli immigrati, siamo stanchi tutti perché vengono, fanno domande, vanno via, esagerano e poi non si vede più niente". Il problema, in realtà, è un problema strutturale, qui "viviamo in un territorio - dice - che "é in mano alla camorra". Troppo facile puntare il dito. Informato dell'incidente di ieri sera, in cui ha perso la vita una neonata di quasi tre mesi, Annalisa Filippone, causato da un immigrato alla guida sotto l'effetto di droghe, Padre Giorgio dice semplicemente che "gli incidenti succedono", ma quando è coinvolto un immigrato si tende subito a sottolinearlo. "L'immigrazione è un problema politico - afferma Padre Giorgio - e l'integrazione è lontanissima". Ma perché? "Vorremmo che gli africani diventassero italiani, che mangiassero gli spaghetti, ma questa non è integrazione". L'idea è ben diversa ma "fino a quando la destra osteggerà i tentativi di apertura non si potrà fare niente". Il confronto, lo scambio reciproco di proprie specificità, la crescita attraverso la mutua conoscenza della propria cultura, purtroppo non è questo quello che succede. A Castelvolturno, intanto, la messa si recita in più lingue, sempre.

Padre Rungi interviene su viabilità all'anno zero

"Da 30 anni si attende la variante Anas che bypassi Mondragone e che colleghi il tratto che va da Castelvolturno al Ponte del Garigliano e finora non si e' fatto nulla, nonostante le tante promesse ed assicurazioni di tutte le amministrazioni e gli enti locali che si sono succedute nel tempo. Sono, infatti, i tratti senza spartitraffico a costituire un motivo ricorrente di incidenti stradali frontali con morti e feriti gravi sulla Statale Domiziana". Lo afferma padre Antonio Rungi, teologo morale, in riferimento all'incidente avvenuto ieri sera, a Castelvolturno nel quale e' morta una bambina di 3 mesi. Padre Rungi evidenzia l'urgenza e la necessita' di mettere in sicurezza la statale Domiziana, una delle arterie piu' pericolose d'Italia. "Chi transita su questa strada - sottolinea il sacerdote - nota ai cigli della statale molte cappelle, croci, fiori e segni indicativi di morti che hanno perso la vita in questi luoghi. Un forte richiamo per tutti, e non solo per gli autisti ad essere piu' accorti nella guida, affinche' questa strada non sia il cimitero per bambini, giovani ed adulti che la percorrono per un giorno di festa, di riposo e sano divertimento, essendo per lo piu' pendolari del mare quelli che in questi giorni transitano sulla Domiziana.A nome dei cittadini dell'intero tratto della Domiziana, sia nel Centro di Mondragone che in altre localita', chiediamo ai responsabili locali, provinciali, regionali e nazionali di farsi carico di risolvere quanto prima l'annosa questione della messa in sicurezza della statale Domiziana, nei suoi 60 Km di lunghezza che vanno dal Garigliano fino a Pozzuoli". "Chiediamo pure - spiega padre Rungi - che venga realizzato quanto prima l'ultimo tratto di collegamento tra la superstrada gia' esistente, e che si ferma all'altezza del Parco acquatico Ditellandia di Castelvoltuno-Mondragone, fino al Fiume Garigliano, nella certezza che questa opera riduce di molto gli incidenti stradali sull'attuale tratto ordinario della Domiziana, percorso da migliaia di veicoli al giorno, che sono motivi di apprensione per possibili incidenti mortali, in quanto la velocita' e' quasi sempre sostenuta e, nonostante i controlli sistematici delle forze dell'ordine, sono frequenti tali incidenti a qualsiasi ora del giorno e soprattutto di sera e di notte quando la visibilita' e' ridotta e l'illuminazione della statale scarseggiai. Un appello -conclude padre Rungi - che non e' il primo da me rivolto a nome dei cittadini in questi 30 anni di presenza sul territorio, che rimane tra i piu' trascurati dal punto di vista della viabilita' di tutta la regione Campania e dell'Italia". (13 agosto 2007-21:05)

 
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