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INDAGINE BR: UN ALTRO INDAGATO TRASFERITO DA OPERA (MILANO) A CARINOLA (CASERTA)


Gli spostamenti da un carcere ad un altro di otto detenuti nell'ambito dell'inchiesta sulle cosidette nuove brigate rosse sono "illegali e violano il diritto di difesa", soprattutto perche' sono stati effettuati in coincidenza con la notifica agli avvocati dell'avviso di chiusura delle indagini preliminari, momento in cui questi ultimi prendono conoscenza degli atti di accusa mossi nei confronti dei loro assistiti. Lo sostengono, in un'istanza indirizzata al pm titolare dell'inchiesta, Ilda Boccassini, al gip Guido Salvini, al presidente della corte d'appello di Milano, Giuseppe Grechi, e all'amministrazione penitenziaria, i difensori Giuseppe Pelazza, Sandro Clementi, Piergiulio Sodano e Ugo Giannangeli. "Proprio venerdi' 27 luglio, alle ore 5 - scrivono i legali - iniziava l'ottavo trasferimento (quello di Davide Bortolato, ndr) relativo agli indagati di questo procedimento, da Milano-Opera a Carinola-Caserta. Gli altri precedenti trasferimenti erano stati attuati a decorrere dalla meta' di giugno e avevano visto, quali localita' di destinazione, le carceri di Palmi, Palermo, Livorno, Spoleto, Napoli, Secondigliano. La legge, spiegano gli avvocati, prevede la possibilita' di effettuare questi trasferimenti da un istituto penitenziario ad un altro qualora vi sia un "elevato indice di vigilanza" nei confronti dei detenuti. "Ma - contestano gli avvocati - si tratta di una norma che viola la convenzione di Strasburgo, che garantisce i diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali e il diritto di difesa. In questo caso, quest'ultimo diritto e' vanificato dal fatto che si rende molto difficile ai legali la possibilita' di avere un confronto e un contraddittorio sereno con i propri assistiti". "Quella della Boccassini - concludono - e' un'arbitraria disposizione". (31 luglio 2007-16:50)

 
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