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MAXI FRODE IVA SCOPERTA DA G.D.F.: COINVOLTO LATITANTE DEI CASALESI


Acquistavano dall'estero prodotti alimentari destinati a Paesi extra-Ue, vi cambiavano le etichette e li immettevano sul mercato italiano, truffando l'Iva e vendendoli a prezzi piu' che concorrenziali. Funzionava in questo modo l'organizzazione criminale, composta da una rete di oltre venti societa', scoperta dalla Guardia di Finanza di Napoli. Sono dodici le ordinanze di custodia cautelare, di cui due in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Napoli e sessanta i milioni di euro stimati per il giro illecito d'affari. Tra coinvolti nella truffa, secondo quanto riferito oggi in Procura, c'e' anche il latitante Elio Caterino, sul quale pendeva un'ordinanza di cattura emessa nel 2003, arrestato dalla polizia spagnola, a Tenerife, in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Protagonista quasi assoluto della truffa ai danni del'Erario e dei cittadini, per i possibili effetti dannosi alla salute in conseguenza del consumo dei prodotti scadenti, secondo l'accusa e' Pasquale De Sena, gestore di oltre dieci societa' coinvolte nella vendita delle merci contraffatte. La rete di societa', per la maggior parte fittizie e intestate a prestanomi, funzionava in modo tale che un prodotto, destinato a Paesi extra-Ue, e in particolare al Nord Africa, veniva acquistato da una societa', in Italia, che formalmente lo destinava a un Paese dell'Unione Europea. Il trasporto veniva registrato con tanto di pagamenti Iva ma, in realta', non avveniva mai perche' i prodotti venivano trattenuti in stabilimenti italiani e 'modificati'. Al posto delle etichette in lingua straniera venivano apposte indicazioni in italiano contenenti tutti quegli ingredienti in linea con le norme Ue ma non realmente presenti nei prodotti alimentari che, provenendo da Paesi extra-Ue, rispettavano altre normative sulla presenza, ad esempio, di coloranti e di conservanti. Non sempre i prodotti erano falsi, dunque, ma di certo - e' stato rilevato - i controlli igienici e quelli sulle date di scadenza erano del tutto assenti. Gli stabilimenti in cui venivano apposte le false etichette erano privi delle autorizzazioni sanitarie e sono stati sequestrati a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, a Folzano, nel Bresciano, e a Genova. Anche in Campania, a Pomigliano d'Arco e a Saviano, e' stata sequestrata merce depositata in capannoni industriali. Il denaro ricavato dalle operazioni illecite veniva spedito a Landshut, in Germania, e sull'isola di Tenerife, per poi essere depositato dai referenti dell'organizzazione su conti correnti (25 luglio 2007-17:55)

 
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