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*RIFIUTI, IN CAMPANIA UN MINISTRO CAMPANO COMMISSARIA IL COMMISSARIO*

Il prestigioso Economist ha coniato una nuova sindrome (quella della B.a.n.a.n.a) che ben si adegua all'emergenza rifiuti in Campania. La "sindrome Banana" è l'acrnimo di 'Build absolutely nothing anywhere near anything (Non costruire assolutamente nulla vicino a qualsiasi cosa).


Campania (di Toni Mira) - Il decreto legge, insegnano tutti i testi di diritto, è uno strumento straordinario, per affrontare situazioni di emergenza entro tempi brevissimi. Il 3 luglio scorso la Camera dei deputati ha votato la questione di fiducia posta sul decreto legge n. 61 «Interventi straordinari per superare l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e per garantire l’esercizio dei propri poteri agli enti ordinariamente competenti». Strumento straordinario, dunque, come conferma il titolo, per una situazione di emergenza. E nessuno può negare che quella campana lo sia. Ma c’è la seconda parte del titolo, quel «garantire l’esercizio dei propri poteri...», con evidente riferimento all’attività del commissario per l’emergenza rifiuti Guido Bertolaso. Non solo una questione terminologica, visto che in occasione dell’approvazione dal parte del Consiglio dei ministri si parlò di "pieni poteri" al commissario. Per fare cosa? In primo luogo aprire rapidamente quattro discariche, per togliere alcuni milioni di tonnellate di rifiuti dalle strade e dagli impianti del Cdr (combustibile da rifiuti) ormai intasati per la mancata costruzione dei termovalorizzatori. Una discarica per provincia. In tempi brevi, come prescrive lo strumento del decreto legge che, ricordano sempre i testi di diritto, va convertito in legge entro sessanta giorni. A maggior ragione per emergenze come quella dei rifiuti ormai a livello di dramma, anche sanitario. Eppure il Parlamento si è preso molto tempo. Infatti il decreto porta la data dell’11 maggio e quindi siamo ormai agli sgoccioli. Potrebbe essere un bene. Le forze politiche hanno riflettuto per migliorare il provvedimento... Se non fosse che, invece, il testo del decreto esce da questi due mesi di palleggio tra Camera e Senato sconvolto e per buona parte svuotato. Dalla stessa maggioranza che, attraverso il governo, lo aveva voluto. Così da provvedimento d’urgenza, si è trasformato nella summa delle buone intenzioni, zeppo di rinvii, cavilli , rivendicazioni di competenze. Insomma una sfilza di ostacoli per l’attività del commissario che, infatti, pochi giorni fa ha nuovamente fatto capire di essere pronto alle dimissioni. «Se pensavano che fosse arrivato un mago in grado di risolvere tutto senza avere tutti gli strumenti necessari, magari si sono sbagliati». Non ha tutti i torti, anzi ha molte ragioni, il capo della Protezione civile. Il nuovo testo del decreto prevede che le sue decisioni debbano passare al vaglio del ministro dell’Ambiente. Un "commissario commissariato". E ormai si sa che Pecoraro Scanio la pensa molto diversamente da Bertolaso, a cominciare dalla scelta delle discariche. Non per niente – caso unico – non firmò il decreto e lo fece sapere. Ma ora il testo è cambiato e il ministro campano fa sapere che gli va bene. Perché, intanto, e scusate le sigle, nella prevista discarica di Terzigno (Na) dovrà andare solo la Fos (Frazione organica stabilizzata), prodotta dagli impianti di Cdr: peccato che nessuno di quelli campani sia attualmente in grado di farlo. Così Napoli, che produce il 60% dei rifiuti regionali, resta senza discarica... E uno. Per quella di Savignano (Av) servirà l’accordo della confinante regione Puglia che ha già fatto sapere di essere contraria... E due. Quella di Serre (Sa), dopo la "rivolta" della popolazione guidata dal sindaco e il cambio del sito da Valle della Masseria a Macchia Soprana (su pressione del ministero dell’Ambiente, ma anche della sinistra della maggioranza), sarà pronta non prima di settembre... E tre. Resta solo la piccola discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, nel Beneventano, e quella di Lo Uttaro, destinata al Casertano. Mentre a metà mese chiuderà quella di Ariano Irpino, riaperta per venti giorni. È la vittoria della nuova sindrome, coniata dall’Economist. La "sindrome Banana", Build absolutely nothing anywhere near anything (Non costruire assolutamente nulla vicino a qualsiasi cosa). Non fare niente. Con tanti saluti all’emergenza, all’urgenz a, agli strumenti e ai poteri straordinari. (da Avvenire del 4 luglio 2007) - (6 luglio 2007-00:38)

 
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