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MARCIANISE (CASERTA): FALSE PATOLOGIE A ESPONENTI CLAN, MEDICO FERMATO


Un medico dell'Asl del distretto 33 di Marcianise (Ce), Giuseppe Di Maio, di 51 anni è stato fermato dai carabinieri con l'accusa di falso in atto pubblico e minaccia per costringere a commettere un reato, false dichiarazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, corruzione in atti giudiziari, reati aggravati perché commessi al fine di favorire il clan camorristico dei 'Mazzacane' di Marcianise, capeggiati dai fratelli Domenico e Salvatore Belforte, operante tra Marcianise, Caserta e comuni limitrofi. Dalle indagini dei carabinieri è emerso, tra l'altro, che il medico avrebbe costretto anche alcuni colleghi a rilasciare falsi certificati medici ad esponenti del clan, ottenendo in cambio l'assunzione di un nipote in una società collegata al clan camorristica e regali in occasione delle festività pasquali. Il fermo del pubblico ministero è stato disposto dal Tribunale di Napoli anche nei confronti di Camillo Belforte, di 27 anni, figlio di Domenico, di Carmela Allegretta, di 23 anni, cognata della sorella gemella della moglie di Camillo, Helga Buonpane, di 37 anni, imprenditrice del settore delle pulizie, tutti ritenuti contigui all'organizzazione camorristica. Le indagini, è spiegato in una nota della Dda di Napoli, a firma del procuratore aggiunto, Franco Roberti, avviate dai carabinieri del Comando tutela ambiente, del comando provinciale di Caserta e di quelli di Marcianise, per contrastare un traffico illecito di rifiuti, hanno consentito di scoprire l'esistenza di rapporti tra i vertici del clan Belforte e medici dell'Asl di Marcianise. E' stato, tra l'altro, accertato , si legge ancora nella nota, che gli arrestati hanno fatto redigere, in più occasioni, a medici dell'Asl, certificati medici attestanti visite mai effettuate e patologie false.Le documentazioni false sono state utilizzate nel corso di procedimenti penali a carico di altri affiliati ai 'mazzacane' detenuti, per giustificare o sostenere le richieste tese ad ottenere la modica o la revoca delle misure detentive. Camillo Belforte, secondo le risultanze delle indagini, insieme con i complici arrestati, aveva chiesto false certificazioni mediche anche per la madre, Maria Buttone, da alcuni mesi in carcere perché accusata di associazione per delinquere di tipo camorristico, estorsioni e induzione delle vittime a rendere false dichiarazioni, per avere ,tra l'altro, minacciato uno dei responsabili di un grande insediamento produttivo di Marcianise, per costringerlo a ritrattare l'accusa di tentativo di estorsione. Secondo quanto si è appreso, per favorire la scarcerazione della donna, ritenuta insieme con la cognata, erano stati rilasciati certificazioni mediche attestanti uno suo grave stato depressivo; documentazione, che doveva essere esibita ai giudici nell'udienza già fissata per domani, che le avrebbe probabilmente consentito di uscire dal carcere. A Maria Buttone ed alla cognata, la moglie dell'altro capoclan, i Carabinieri nei mesi sxcorsi, nel corso di una peqrquisizione nelle loro abitazioni sequestrarono gioielli, orologi in particolare Rolex, e denaro contante per oltre 150 mila euro, ritenuti provento delle estorsioni Dalle indagini dei carabinieri, infine, emerso che un elemento di spicco dell'organizzazione camorristica coordinava le operazioni di smaltimento illecito di prodotti dell'attività edile della sua azienda, utilizzando, peraltro, un'area comunale, a san Nicola la Strada , che è stata sequestrata. (7 maggio 2007-14:08)

 
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