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PROSTITUZIONE: LIBERATE "SCHIAVE" A VILLA DI BRIANO


Gli investigatori li hanno definiti una sorta di 'banda di schiavisti': sequestravano, seviziavano e costringevano alla prostituzione giovani donne, per lo più di nazionalità rumena e minorenni. Poi provvedevano ad intascare i proventi che le ragazze ogni giorno si assicuravano prostituendosi. Sedici persone, per lo più albanesi, sono state arrestate dai carabinieri dopo una indagine della procura della Repubblica Di Salerno. Tenevano in schiavitù una decina di ragazze, per lo più dell'est europeo: ognuna di loro, secondo gli investigatori, riusciva a incassare fino a 500 euro al giorno. I carabinieri del comando provinciale di Salerno con l' 'Operazione Dacia', hanno all'alba sgominato l' organizzazione criminale internazionale arrestando 16 persone in Campania, Piemonte e Puglie. Un'altra persona componente l'organizzazione é in fase di identificazione. L'attività investigativa avviata dai militari del Nucleo Operativo dei carabinieri del comando provinciale salernitano per contrastare il fenomeno della prostituzione sul territorio salernitano è riuscita a ricostruire la fitta rete di interessi criminali finalizzati al traffico di esseri umani e che aveva come base Salerno, con proiezioni operative a Napoli, Torino, Bari e Roma. I militari con il blitz di questa mattina hanno posto fine alle vere e proprie torture perpetrate da circa un anno nei confronti di quattro giovani rumene, tre delle quali sedicenni che erano tenute segregate in un covo a Napoli, mentre altre tre giovani donne albanesi sono state liberate in un appartamento di Villa di Briano (Caserta). Ogni giorno le donne erano costrette a prostituirsi sul litorale salernitano. Se le ragazze si opponevano ai propri aguzzini, venivano picchiate e seviziate. Spesso venivano indotte anche a procurarsi bruciature sul corpo con alcuni mozziconi di sigarette. Ad una di loro sono state persino estirpate con delle pinze le unghie delle dita delle mani. Sedici le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Salerno ed eseguite dai militari a Napoli, Bari, Caserta, Torino, La Spezia e Baronissi (Salerno), dove è finito in carcere un uomo di 54 anne. Tra gli arrestati figurano altri due italiani. L'organizzazione, che aveva ramificazioni anche in Germania ed Inghilterra, contava sull'appoggio di albanesi, rumeni e kossovari. Secondo quanto si è appreso a seguito delle indagini avviate meno di un anno fa, l'organizzazione era divisa in tre gruppi. C'era chi provvedeva ad 'acquistare' le donne a Kruse e Tirana in Albania e a Costante, Baia Mare e Pietra Neamit in Romania, chi invece contattava e pagava i familiari delle ragazze ai quali veniva promesso un lavoro lecito per le loro figlie sul territorio italiano. C'era poi chi era addetto alla custodia, in quelli che sono stati definiti dei veri e propri covi. Infine, c'era chi si occupava al trasferimento delle donne sia sul territorio nazionale, sia all'estero. Capo indiscusso dell'organizzazione criminale l'albanese Musaj Bujar, 35 anni, domiciliato a Napoli e bloccato la notte scorsa a Torino. Le giovani liberate nel covo di Caserta dai carabinieri sono state affidate ad un istituto religioso e saranno seguite da assistenti sociali e psicologi. Le indagini proseguono per cercare di assicurare alla giustizia altri componenti della banda criminale.

 
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