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SINDACATI CGIL-CISL-UIL IERI IN RIUNIONE: OSPEDALE DI CASERTA ALLO SFASCIO


Caserta (comunicato organizzazioni sindacali del 26 marzo 2007) - Siamo riuniti in assemblea per discutere e decidere insieme il modo per restituire ai cittadini della provincia di Caserta l’unico ospedale in grado di garantire percorsi di cure complete a chi ne ha bisogno e che attualmente risulta molto ridimensionato rispetto alle sue potenzialità,infatti per “risparmiare sono stati chiusi servizi e ambulatori all’esterno e soppressi circa 130 posti letto, ma anche per rivendicare diritti e tutele ai lavoratori da troppo tempo mortificati. E’ passato un anno da quando è subentrata la nuova gestione, poiché era stata consegnata un’azienda sull’orlo del collasso economico, responsabilmente, abbiamo concesso tempo per affrontare l’emergenza che,come tutti ricordiamo, aveva messo in pericolo, a volte, persino il pagamento degli stipendi. Ma è passato un anno, siamo ormai fuori tempo massimo per continuare a concedere crediti e a tollerare il perpetrarsi di atteggiamenti arroganti e offensivi nei confronti di chi ha dato disponibilità e collaborazione per concorrere alla risoluzione degli innumerevoli problemi che stanno coinvolgendo la sanità in genere, in modo particolare la Campania e ancora di più la nostra azienda. Gli accordi raggiunti con le OOSS vengono puntualmente “disattesi”, ma mentre i lavoratori vengono mortificati sotto il profilo economico, professionale e organizzativo, si continuano a dare incarichi e nominare dirigenti. Tutto ciò è diventato insopportabile, è arrivato il momento che le verità vengono rese pubbliche e che si faccia chiarezza su tutto: -Si chiarisca quali sono i rapporti che questa direzione vuole avere con queste OO SS. -Si dica qual è la programmazione di questa azienda , -Quando si vuole riaprire l’ospedale all’esterno, -Come e quando si ripristinano i 130 posti letto, -Quanti primari, quanti coordinatori infermieristici e quanti dirigenti servono a far funzionare l’azienda. Non si può campare alla giornata e nominare 5 dirigenti di strutture complesse in una sola U.O. Non si può pensare di risparmiare solo sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini che pur pagando le tasse si vedono negato il diritto a curarsi. Lo so che molti di voi stanno pensando che abbiamo aspettato troppo tempo, ma responsabilmente, abbiamo dato la possibilità di affrontare il momento di crisi, aggravata dalla delibera regionale dei tagli che cos’ì come è stata applicata ha provocato un “terremoto” nell’azienda S. Anna e S. Sebastiano già in grave sofferenza. Il sacrificio doveva servire a superare il baratro, ma il persistere di provvedimenti restrittivi solo ed esclusivamente a carico del personale non è più tollerabile. Abbiamo più volte chiesto incontri sindacali, tavoli di concertazione, tavoli tecnici, dall’altra parte tanta disponibilità, a parole, ma fatti nessuno. Ad aggravare ulteriormente la situazione hanno contribuito atteggiamenti persecutori e punitivi, sempre nei confronti del personale del comparto, già esasperato:  continui ordini di servizio senza regole e non concordati  il ricorso a provvedimenti disciplinari spesso non motivati  Personale costretto a coprire turni in straordinario e poi non pagati  Un sistema informatico costato svariati miliardi di lire, concepito in modo così farraginoso che non funzionerà mai  Le unità operative vivono un caos organizzativo senza precedenti aggravato da conflitti quotidiani tra il personale a causa dell’accorpamento dei reparti  Si continuano ad adottare decisioni unilaterali come, ridurre da 150 a 65 le ore di diritto allo studio I tagli effettuati hanno colpito attività come l’emodinamica interventistica e la cardiochirurgia, presenti nella sanità pubblica della provincia solo in questa Azienda. L’oncologia, nonostante primario, personale medico ed infermieristico, continua a funzionare solo in regime di DH. E dire che nel piano sanitario ospedaliero regionale sono specialità che rivestono un carattere prioritario. Di fronte a questo scenario, sedicenti sindacati di categoria escono ogni giorno con lunghi proclami e invece di fare proposte e combattere questo modo di amministrare, non perdono occasione per attaccare i sindacati confederali spesso con una concettualità incomprensibile. Sono cento anni che CGIL CISL UIL lottano con e per i lavoratori e sono i lavoratori che ci danno gli stimoli per farlo, per noi il ricorso alle denunce rappresenta il caso estremo, ma anche il “fallimento” dell’azione sindacale. CGIL, CISL e UIL hanno fatto tutti i tentativi possibili per trovare soluzioni condivise, perché convinti che i conflitti, se pur a volte necessari, non giovano a nessuno. Ma di fronte al “muro di gomma” che ci siamo trovati davanti, abbiamo capito che l’unica strada da percorrere è la mobilitazione. I problemi non investono solo le rivendicazioni contrattuali ma molto altro. Noi abbiamo il dovere di ridare ai cittadini di Caserta e Provincia un ospedale funzionante; non è possibile pagare ticket sui farmaci, ticket sulla diagnostica, ticket sul pronto soccorso, addizionale irpef, accise sulla benzina per poi essere costretti ad emigrare fuori regione per ottenere cure adeguate. Il problema è di politica gestionale. Dobbiamo rimboccarci le maniche e andare fino in fondo, tutti insieme, perché le battaglie senza i soldati non si possono combattere. L’Assemblea, che ha registrato una grande partecipazione delle operatrici e degli operatori dell’ A.O., dopo ampio dibattito ha condiviso le ragioni che hanno indotto le OO.SS. Confederali ad intraprendere azioni di lotta e ha conferito alle stesse il mandato a prevedere iniziative atte a rimuovere l’esistente situazione di disagio. Le OO.SS. di Categoria e Confederati nei prossimi giorni renderanno noto il programma di azioni ritenute utili per il raggiungimento dei fini preposti. (27 marzo 2007-19:38)

 
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