cASERTA - Dopo la sospensione cautelare per novanta giorni disposta lo scorso dicembre nei confronti del comitato per la costituenda Banca di Credito Cooperativo di Caserta, la Consob – con la delibera numero 15787 del 28 febbraio scorso – ha deliberato il divieto dell’«attività di sollecitazione posta in essere dal Comitato promotore». La decisione, al quale è possibile opporsi davanti al Tar del Lazio entro 60 giorni, è arrivata dopo la valutazione delle deduzioni difensive illustrate dal comitato alla Federazione campana delle Bcc e non ritenute pregnanti dallo stesso organo. La prima delibera di sospensione della Commissione Nazionale per la Società e la Borsa era stata emanata ai sensi di un preciso articolo del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. Ora il divieto dell’attività con la delibera pubblicata anche sul sito web dello stesso comitato promotore casertano (www.comitatocasertabcc.it). Secondo gli accertamenti svolti dall’organo di vigilanza è emerso che il comitato promotore, anche attraverso lo stesso sito web, stava promuovendo la sottoscrizione di azioni della costituenda banca nell’ambito del procedimento di «costituzione per pubblica sottoscrizione», disciplinato da precisi articoli del codice civile. Un procedimento, come già affermato dalla Commissione con comunicazione del 1° giugno 2001, assume i connotati tipici della sollecitazione all'investimento. «L’insieme degli elementi raccolti – recitava la delibera - induce a ritenere fondato il sospetto che l’attività svolta dal comitato promotore si sostanzi in una offerta al pubblico finalizzata alla sottoscrizione di prodotti finanziari qualificata dal decreto legislativo 58/98 come sollecitazione all'investimento» peraltro non preceduta dalla preventiva comunicazione alla Consob e dalla trasmissione del prospetto informativo destinato alla pubblicazione. (da Il Mattino di mercoledi 7 marzo 2007)